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Il lavoro, con il contributo della riflessione di alcuni psicoanalisti francesi di origine mediorientale, si propone di affrontare il tema della crisi del mondo musulmano contemporaneo, utilizzando alcuni elementi di lettura psicoanalitica. I fenomeni della radicalizzazione islamista, che possono giungere fino all'adesione a formazioni jihadiste e il diffondersi di tematiche millenariste, vengono ricondotti all'esperienza di un «crollo culturale», che ha la sua origine nell'incontro traumatico che le popolazioni islamiche hanno avuto con la modernità. Il riferimento al trauma è inteso nell'accezione freudiana: di esperienza che fa saltare le barriere difensive e pone l'individuo in balia di «eccitamenti» che non riesce più a padroneggiare. Traslando questo concetto dal piano individuale a quello collettivo, l'autrice formula l'ipotesi che l'incontro con la modernità abbia avuto per il mondo islamico una forza destabilizzante in quanto ha minacciato i presupposti religiosi su cui si regge l'ordine che disciplina l'economia del godimento e che organizza il vivere sociale. Ad arricchire il volume di Orietta Ripamonti, una postfazione di Angelo Villa, psicanalista.